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I Simpsons a Copenaghen

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Questo articolo è stato scritto il 23/08/2018. Poiché è ancora valido, abbiamo deciso di ripubblicarlo di recente.

Ormai l'avete vista tutti la puntata dei Simpsons in Danimarca, ma, se per qualsiasi motivazione, vi siete persi l'episodio di cui vi sto per parlare, potete recuperare cercando l'episodio 20, stagione 29.

La casa allagata, in cui la famiglia Simpsons si trova a galleggiare, quasi come se fosse una predizione della futura inondazione di parte della penisola danese, diventa l'occasione perfetta per partire per un viaggio.

Seduti su dei comodi divanetti rossi, davanti ad un frullato di gelato, poi, comincia la discussione sulle alte tasse che si pagano negli Stati Uniti per ottenere il servizio di assistenza sanitaria. Marge esclama un po' sapiente, un po' ironica: "It's crazy that medical cost is so high here. In Denmark, to pick a country at random, healthcare is free". La segue Homer, aggiungendo: "Hey, you are right" indicando un biglietto, magicamente volatilizzatosi, dove, nella lista dei paesi più felici al mondo, la Danimarca appare al primo posto.

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Premesso che l'assistenza sanitaria non è gratis in Danimarca, ma finanziata attraverso il pagamento delle tasse, e che quest'anno la Danimarca è al terzo posto nel rapporto mondiale sulla felicità (vedi foto alla fine) e non al primo, è sicuramente un paese che vale la pena visitare, e, perché no, anche considerare per un eventuale trasferimento permanente!

Basta un'incitazione da parte di Marge: "We've got the vacation coming, we've got the money itself, we're going to Denmark!" e tutta la famigliola, incluso il nonno Abraham, un po' acciaccato, si ritrovano in un aereo con destinazione Copenaghen.

Castelli, architettura moderna, turbine eoliche e molto altro attendono lì fuori dall'alloggio in cui i Simpsons hanno scelto di soggiornare. Homer cerca di recuperare il fuso orario, ma Marge non gliene lascia l'opportunità! "Don't you hear Copenhagen calling??" gli domanda, senza ricevere una risposta entusiasmante. Tuttavia, dopo qualche tempo inizia l'esplorazione della città. Tra le cose che colpiscono più la famiglia americana ci sono il numero di biciclette per la strada; la parola "fart", che in danese significa, ingenuamente, "velocità", ed il sistema sanitario. A dire il vero, Lisa è anche colpita dal fascino del piccolo Christian, figlio del principe ereditario, Frederik, e sogna di sposarlo e di affacciarsi con lui dal balcone di Amalienborg per salutare la folla con un elegante ondeggiamento di mano, proprio come una regina.

Un pomeriggio trascorso all'interno del magico Tivoli, lo stile di vita sano, la pulizia, la civiltà e la moderazione spingono Marge a proporre di trasferirsi a Copenaghen, invito che non incontra la felicità di Homer, il quale comincia a pensare malinconico ai suoi amici di Springfield (tra gli altri, il fedele Sig. Divano). Il viaggio continua alla scoperta del resto del paese perché, giustamente, in Danimarca non gira tutto attorno a Copenaghen. Visitano Møllehøj, Odense, Lejre, il Museo Louisiana (la scultura che cade è un riferimento a Mirò, Arp o Calder, secondo voi?) e Kronborg. Assaggiano il gelato danese, ballano danze popolari, guardano il tramonto in spiaggia, ammirano il panorama sulla città dalla camera d'albergo. Abraham si fa togliere un tatuaggio, ricordo di un amore passato, la vera ragione del viaggio, dopodiché sono tutti pronti a tornare in America, anche se con un bagaglio culturale più grande, appesantito da buona birra danese, "probably".

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Foto dalla pagina ufficiale del Rapporto Mondiale sulla Felicità.

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